Unai Emery è un tecnico spagnolo, attuale allenatore del Villareal, seconda squadra di Barcellona.
Cinque anni fa era considerato uno degli allenatori più talentuosi e apprezzati al mondo, ma le stagioni a Parigi e Londra hanno offuscato la sua immagine di vincitore (seppur con risultati contraddittori), costringendolo a tornare in Spagna e ripartire da un club che non è ai massimi livelli. La storia di Unai Emery inizia nell’autunno del 1971 a Hondarribia, una cittadina dei Paesi Baschi di circa 15.000 abitanti, e rimarrà per molto tempo legata alla provincia e al calcio lontano dai riflettori. Un centrocampista diventato professionista alla Real Sociedad ma che presto ha scoperto di non avere il talento per un giocatore di prima fascia, quindi la sua carriera si è spostata nelle serie minori: prima con il Toledo, che ha legato insieme i suoi anni migliori, poi nel 2005 ha appeso si è alzato gli stivali e si è seduto in panchina al Racing Ferrol a Leganes e Lorca.
Era chiaro che questa era la sua strada: il club di Murciano adottò subito uno stile di gioco aggressivo che gli diede un’inaspettata occasione per passare in Seconda Divisione e, da neopromosso, toccò la Conquista della Liga. Unai Emery si trasferì così nella più ambiziosa Almeria e finì subito secondo e passò in Serie A. Ancora una volta, nel suo primo anno ai massimi livelli, i baschi sono andati vicini a un’altra impresa, mancando di pochi punti le qualificazioni europee e pareggiando Diego Alves, Felipe Mello Giocatori come Albert Crusart e Alvaro Negredo hanno ricevuto ampia attenzione. Nel maggio 2008, all’età di 36 anni, è diventato il più giovane allenatore nella storia del Valencia: per quattro stagioni ha portato David Villa, David Silva, Juan Mata, Roberto Giocatori come Soldado si sono fatti notare, lanciando l’high-Mathieu di Jeremy, Jordi Alba e Ever Banega (che sarebbe stato il suo protetto).
A Valencia ha vinto tre terzi della Liga, un ottavo in Champions League e una semifinale di Europa League, ma ha finito i titoli e alla fine è stato esonerato per assurde chiamate dall’Europa League. È stato raggiunto un accordo con lo Sparta Mosca. Tuttavia, la sua avventura russa durerà sei mesi. La reputazione internazionale di Unai Emery è in gran parte dovuta a ciò che ha fatto al Siviglia tra il 2013 e il 2016 e, sebbene non sia mai arrivato quinto in campionato, è riuscito a conquistare tre presenze consecutive in Europa League. La mecca di giocatori come Ivan Rakitic, Grzegorz Krychowiak, Vitolo, Kevin Gameiro, Steven Nzonzi e Carlos Bacca attorno alla quale si è costruito il mito del direttore sportivo Monchi. Dopo essere diventata una delle meccaniche più rispettate in circolazione, Emery fu scelta per guidare la corazzata Paris Saint-Germain, ma nonostante abbia vinto sette titoli in due anni, il feeling con l’ambiente parigino non sbocciò, a causa della deludente sconfitta in campionato nel 2016/17 e delle anonime prestazioni in Champions League.
Decide di ripartire da Londra, casa Arsenal, raggiungendo là di nuovo la finale di Europa League, stavolta persa con il Chelsea di Sarri, e quinto in Premier League.
Esonerato nel 2019, l’anno dopo viene nominato nuovo tecnico del Submarino Amarillo.
E’ recordman di vittorie in Europa League: 4 trofei per lui. 3 Con il Siviglia, 1 con il Villareal
Che tattica usa Emery?
Con il Villareal Unai Emery predilige il 442 che in fase di possesso palla diventa 2431, una sorta di 433 largo.
Un curriculum di tutto rispetto per quello che può essere considerato negli ultimi anni il re delle coppe europee in fatto di numeri.
Grazie ai rinforzi degli ex Valencia Coquelin e Dani Parejo, e il manico di Emery, il Villareal è riuscito nell’impresa di vincere l’Europa League contro il Manchester United.
Vediamo come ha impostato il tecnico il telaio tattico del sottomarino giallo.
In fase di possesso il Villareal gioca con un 2-4-3-1, con due centrali dietro, Albiol e Torres, mentre gli esterni terzini si piazzano nella linea di centrocampo.
Dietro al riferimento d’attacco, si piazza un trio di trequartisti, al momento abbiamo Trigueros, Moreno e Yeremy.
Il portiere ha un ruolo cruciale, perché in fase di costruzioni è il primo che fa ripartire il gioco dal basso, con l’ausilio dei due centrali difensivi. L’obiettivo è di fornire i centrali di centrocampo.
Parejo è il giocatore più tecnico nel centrocampo ed è quello che si trova sempre nel vivo del gioco.
Capoue, più dinamico, nella seconda fase di attacco cerca di liberare delle linee di passaggio, suggerendo grazie ai suoi inserimenti.
E’ evidente che la manovra che ama maggiormente la squadra di Emery è spingere per vie centrali scaricando velocemente il pallone verso gli elementi di attacco.
Il trequartista Gerard Moreno è quello che maggiormente si occupa dell’assist che cerca di trovare l’imbucata per il centravanti di turno.
Quando la palla invece è nelle mani avversarie, anzi nei piedi, Emery piazza la squadra con un classico 442, con tutti gli effettivi sotto la linea del pallone, corti e accorpati. I 4 difensori agiscono in linea, mentre la seconda linea viene affollata dalle ali d’attacco che in questa fase aiutano i centrocampisti ad occupare gli spazi per le linee di passaggio avversarie. In questo caso anche gli attaccanti occupano la fase difensiva, cercando di pressare anche nella gestione palla avversaria in costruzione.
Questo tipo di disposizione cerca di non far sviluppare l’azione avversaria in verticale, ma costringerli ad agire orizzontalmente. Agendo in disposizione corta, non permette l’imbucata avversaria, nè il gioco in profondità.
Il Villareal cerca in primis di affollare le zone di passaggio, evitando di concedere spazi di sviluppo manovra agli avversari. Chiave il ruolo dei due attaccanti, che si affiancano schiacciandosi quasi sulla linea dei centrocampisti centrali.
Il raddoppio in fase difensiva viene supportato dagli esterni d’attacco che supportano i terzini per non concendere spazi di sviluppo agli esterni avversari.