L’introduzione del ruolo del libero nella pallavolo, implementata a livello mondiale nel 1998 e successivamente in Italia nel 1999, ha aperto nuovi orizzonti tattici nel panorama del volley. Il libero assume un ruolo cruciale nel bilanciamento tra difesa e transizione al gioco offensivo ed è caratterizzato da un mix unico di agilità, velocità, destrezza e da una grande abilità nell’uso del bagher e del palleggio.
Riconoscibile per la maglia di colore differente dagli altri giocatori, il libero si colloca strategicamente in seconda linea, di solito prendendo il posto del centrale (posto 5). La sua presenza in campo, tuttavia, è accompagnata da regole rigide: è escluso dal servizio (battuta), non può effettuare colpi di attacco in salto e non può compiere azione di muro. Inoltre, nel caso in cui dovesse effettuare un secondo tocco in palleggio all’interno dei tre metri, impedisce ai suoi attaccanti di poter attaccare in salto (superando quindi il bordo superiore della rete).
La vera particolarità del libero emerge nella gestione delle sue sostituzioni: a differenza degli altri giocatori, egli può essere sostituito in qualsiasi momento senza richiedere il consenso dell’arbitro purché venga fatto a gioco fermo e prima del fischio arbitrale. Questa libertà tattica, unita alle competenze distintive del giocatore stesso, offre alla squadra una flessibilità senza precedenti, permettendo adattamenti istantanei alla dinamica di gioco.
In conclusione, il libero non solo eccelle nelle abilità difensive e di palleggio, ma la sua presenza introduce una grande versatilità strategica che contribuisce in modo fondamentale alla coesione e all’efficacia complessiva della squadra di pallavolo.